‘Libertà è partecipazione’: verso il 21 marzo!

Ogni anno, da vent’anni, LIBERA, associazione antimafia, organizza una marcia nazionale che ha come scopo principale la conservazione della Memoria.

Ricordare le centinaia di vittime di Mafia è, senza dubbio, iniziativa straordinaria oltre che necessaria e fondamentale. La Memoria, in questo come in altri, è  una delle poche risorse che abbiamo per poter ricordare il passato e costruire un futuro migliore.

Quest’anno, poiché la marcia si svolgerà a Bologna, verranno ricordate anche le vittime dell’orrenda strage della stazione avvenuta quel maledetto 2 agosto 1980. In quella strage 23 kg di tritolo, nascosti in una valigia, distrussero la Stazione Centrale di Bologna provocando la morte di 85 persone e oltre 200 feriti. Come esecutori materiali furono individuati, dalla magistratura, alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR). Verranno inoltre ricordate le vittime della Strage di Ustica. Quel 27 giugno 1980, nel disastro aereo, morirono tutti gli 81 occupanti dell’aereo.

Ritengo che il motivo principale per cui tutta l’Italia debba partecipare a questa marcia sia proprio per ricordare i magistrati, i giornalisti, gli imprenditori, i membri delle forze dell’ordine, i sindacalisti e tutte le persone oneste uccisi solo perché stavano facendo il loro dovere. E come non ricordare le vittime innocenti: bambini e adulti che hanno firmato la loro condanna a morte solo perché si trovarono nel mezzo di una sparatoria o perché parenti del rivale come nel caso di Michele Fazio o Gaetano Marchitelli. Tutti ci saremmo potuti trovare in quel posto, in quel preciso istante. In questo momento posso solo immaginare la terribile scena di Giovanni Brusca che strangola e immerge nell’acido il bambino di quindici anni Giuseppe Di Matteo solo per impedire la collaborazione di Santino Di Matteo, suo padre, con la giustizia. Penso anche a Emanuela Sansone, 17 anni, figlia d’una bettoliera di Palermo, ammazzata brutalmente perché i suoi carnefici pensavano che la madre avesse denunciato dei mafiosi per fabbricazione di banconote false. Come loro tanti altri hanno fatto questa fine.

Quello che la gente non capisce è che quanto è successo, e ancora accade, riguarda tutti! Perché tutti ci potremmo trovare al posto di un innocente. Ed è proprio per questo che dovremmo tutti  partecipare a questa marcia. Per gridare all’Italia, al governo e ai criminali che stanno dentro e fuori le carceri, che ci siamo tutti e che nessuno è morto invano!

Pubblicato da Francesco Saverio Mongelli

Classe 1997, barese. Autore di canzoni, poesie, saggi, articoli. Musicista e scacchista, appassionato anche di antimafia, attualità, giornalismo, arte e cinema.